E’ considerata una delle gang più agguerrite e temute dell’India settentrionale: rapida e feroce, si sposta tra i villaggi e le campagne brandendo coltellacci e bastoni, e togliendo il sonno a ufficiali di polizia e proprietari terrieri. Urla, minacce, pugni, impiegati terrorizzati, caserme assaltate. Storie già note nel distretto di Banda, al confine tra Uttar e Madhya Pradesh: una sorta di Garfagnana indiana, infestata da banditi leggendari e fuorilegge pittoreschi, dove un milione e mezzo tra intoccabili e membri di comunità tribali languono su una terra colpita da frequenti siccità.
Ma questa non è una gang qualunque. I suoi componenti indossano braccialetti, orecchini e sandali, si dipingono le mani con l’henné, si coprono con lunghi sari rosa e hanno un nom de guerre all’apparenza innocuo: Gulabi gang, la «banda in rosa». Un po’ come le Pink Ladies americane di «Grease». Solo che questo non è un fast-food, bensì uno degli angoli più poveri e violenti dell’India rurale.
Creata nel gennaio del 2006 da una ex venditrice di tè analfabeta, Sampat Devi Pal, la banda ha cominciato a radunare donne e ragazze stanche di essere relegate ai margini di famiglie già inchiodate agli abissi di una società feudale e fortemente machista. Le loro storie si assomigliano molto. Ancora bambine vengono mandate a spaccarsi la schiena nei campi, tra sfruttamento e abusi sessuali, per poi essere date in sposa - sempre bambine - e vivere all’ombra di mariti spesso poveri e frustrati. O in molti casi violenti, specie quando si attaccano alla bottiglia e passano le nottate a massacrarle di botte. Nessuno le difende o le aiuta. Per quanto positive e utili, le organizzazioni non governative locali spesso sono troppo piccole o deboli. Mentre la polizia, lontano dalle grandi città, è ancora più brutale e corrotta.
Tanto vale farsi giustizia da sole. A Banda e dintorni, le compagne di Sampat Devi sono ora le vigilantes della zona. Se qualcuno picchia la moglie e la caccia di casa, nel giro di poche ore si ritrova circondato da sari rosa, sguardi inquisitori e dita puntate contro. Lo stesso accade ai latifondisti o agli impresari sospettati di sfruttamento, o agli ufficiali corrotti o violenti.
«La società rurale in India è un peso sulle spalle delle donne», ha detto la Devi in una recente intervista alla Bbc. «È una società che si rifiuta di dar loro un’istruzione, che le sposa troppo giovani, che le scambia per denaro». Data in sposa a nove anni a un uomo che aveva il doppio della sua età, Devi è andata a convivere con lui solo tre anni dopo. Appena tredicenne, ha dato alla luce il suo primo figlio. Dopo aver lavorato come chaai-walla (i popolari venditori di tè indiani), era riuscita a trovare lavoro in un’organizzazione non governativa per i diritti delle donne. Non soddisfatta, ha creato la Gulabi gang.
Vale a dire, come specifica lei, «una gang che si batte per la giustizia». E che a volte non va tanto per il sottile. Dopotutto questa regione ha dato i natali a Phoolan Devi, la celebre «bandit queen», che negli Anni 70 aveva guidato un gruppo di dacoits (banditi) nelle foreste dell’India centro-settentrionale. È stato forse ispirandosi a lei che, nel maggio del 2007, circa 400 gulabi hanno assaltato l’ufficio della compagnia elettrica locale, colpevole di aver tagliato la luce alle loro abitazioni e di aver preteso bustarelle per riattivare la corrente. Non trovando il responsabile, le donne inferocite vi hanno chiuso a chiave i dipendenti.
Camionisti colti in flagrante mentre trasportavano carichi rubati di provviste destinate ai poveri, sono stati fermati e costretti a fare marcia indietro, non senza aver intascato una scarica di botte. Ufficiali di polizia prepotenti o corrotti sono stati presi a schiaffi. Gli adulti a caccia di bambine da sposare fanno la stessa fine, se non peggio. Una giustizia dal basso, probabilmente più efficace di quella latitante dello Stato.
Motivo per cui - da oggi - gli uomini di questa terra arida, povera e violenta hanno un motivo in più per temere e rispettare le loro donne. Specie se indossano sari rosa.
Pero esto no es una banda cualquiera. Sus miembros llevan pulseras, pendientes y sandalias, se pintan las manos con henna, están cubiertos con largas sari de color rosa y tiene un nombre de guerra aparentemente inocua: ". La banda en color rosa" banda Gulab, un poco parecido a las Pink Ladies de América en "Grease". Excepto que esto no es un restaurante de comida rápida, pero uno de los rincones más pobres y violentos de la India rural.
Fundada en enero de 2006 por una mujer analfabeta ex proveedor de té, Sampat Pal Devi, la banda comenzó a recopilar las mujeres y las niñas cansada de ser relegada a los márgenes de las familias ya clavada en el abismo de una sociedad feudal y fuertemente machista. Sus historias son muy similares. Desde ninas son enviados a dividir los campos, incluida la explotación sexual y el abuso, sólo para ser dada en matrimonio - siempre de niñas - viven en la sombra de sus maridos pobres menudos y frustrados. O en muchos casos violentos, especialmente cuando se unen a la botella y pasan las noches golpeando. Nadie defiende o ayuda. Como positivo y útil, las ONG locales son a menudo demasiado pequeñas o débiles. Mientras que la policía fuera de la gran ciudad, es aún más brutal y corrupto.
Bien podría tomarse la justicia por su propia cuenta. En Banda y alrededores, los compañeros de Sampat Devi son los vigilantes de la zona. Si alguien golpea a su esposa o envia a su mujer fuera de la casa, dentro de pocas horas se encuentra rodeado por sari de color rosa, los ojos curiosos y los dedos apuntados. Lo mismo sucede con los terratenientes o empresarios sospechosos de explotación, o de funcionarios corruptos o violentos.
"La sociedad rural en la India es una carga sobre los hombros de las mujeres", dijo Devi en una entrevista reciente con la BBC. "Es una sociedad que se niega a darles una educación, se casan muy jovenes, en cambio de dinero." Dada en matrimonio a nueve años para un hombre que le doblaba la edad, que han ido a vivir con él sólo tres años más tarde. Sólo trece años de edad, dio a luz a su primer hijo. Después de trabajar como Chaa-walla (son vendedores populares de té de la India), había logrado encontrar un trabajo en una ONG por los derechos de la mujer. No satisfecho, creó pandillas Gulab.
Es decir, como lo especifica, "una banda que está luchando por la justicia." Y a veces no tanto por sutil. Después de todo, esta región ha sido la cuna de Phoolan Devi, la famosa 'Bandit Queen', que en los años 70 lideró un grupo de bandidos en los bosques del norte-central de la India. Fue inspirado tal vez por ella, que en mayo de 2007, a unos 400 Gulab irrumpieron en la oficina de la compañía eléctrica local, culpable de haber cortado la luz a sus hogares y han exigido sobornos para cambiar el rumbo. Al no encontrar a la persona responsable, la mujer enojada ha bloqueado los empleados.
Los conductores de camiones atrapados in fraganti mientras que el transporte de cargas robadas de los suministros para los pobres, fueron detenidos y obligados a dar marcha atrás, después de haber metido una andanada de golpes. Arrogantes o policías corruptos han sido abofeteado. Los adultos en busca de las niñas a casarse son el mismo fin, si no peor. Justicia desde el fondo, probablemente más eficaz que el estado en general.
¿Por qué - ahora - la gente de esta tierra árida, pobre y violento tiene una razón más para temer y respetar a sus mujeres. Sobre todo si llevan saris de color rosa.
And 'as one of the most aggressive and feared gang in northern India: fast andfierce, it moves between the villages and countryside brandishing knives and sticks,and a terrifying police officers and landowners. Screams, threats, fists, frightened employees, attacked barracks. Stories already known in the district of Banda, the border between Uttar Pradesh and Madhya Pradesh, a sort of Indian Garfagnana,infested with bandits legendary outlaw and picturesque, where a million and a halfbetween untouchables and members of tribal communities languish on land affected by frequent drought.