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2.26.2011

Today I'm white ... GEISHAs FACE WHITE !

Il viso bianco della Geisha, fascino mistero delicatezza leggiadria arte e poesia...



Se un albero non ha né foglie né rami, si può ancora chiamarlo albero? 

Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.

I suoi occhi sono acqua profonda.

Non è per una geisha desiderare. 

Non è per una geisha provare sentimenti.

La geisha è un'artista del mondo che fluttua. Danza.Canta.Vi intrattiene.
Tutto quello che volete.
Il resto è ombra.
Il resto è segreto.


Remember, Chiyo, geisha are not courtesans.
 And we are not wives. 
We sell our skills, not our bodies. 
We create another secret world, a place only of beauty. 
The very word "geisha" means artist and to be a geisha is to be judged as a moving work of art 


No le puedes decir al sol, más sol. 

Ni a la lluvia, menos lluvia. Para un hombre, 

una geisha solo puede ser media esposa. 

Somos esposas del anochecer



'Geisha' è l'unione di due kanji che significano "arte" e"persona", professionista nell’arte di intrattenere e allietare. La geisha ha sempre rappresentato l'aristocrazia del mizu shouba. Se fornisce prestazioni sessuali, lo fa a sua discrezione o come parte di una relazione duratura. Il suo lavoro è vendere un sogno fatto di sontuosità, romanticismo, esclusività ai più ricchi e potenti uomini del Giappone: politici, uomini d'affari e yakuza. 

La geisha era la donna più affascinante, raffinata e colta di tutto il Giappone. Veniva tolta alla sua famiglia in tenera età (9-10 anni) e, affidata a una okiya o danna-san, fatta entrare in una scuola, dove imparava a curare al meglio il suo aspetto fisico, a vestirsi di kimono in seta, a truccarsi.

Era un modo diverso di essere donna.

La geisha era la donna per eccellenza, un gioiello, una cosa rara da ammirare e apprezzare.Una figura ben distinta dalla geisha è quella della "maiko" ("danzatrice"), giovanissima che studia per divenire geisha. Essa è ben riconoscibile dal kimono molto più colorato, con maniche e obi allungato. 
Imparerà quindi a muoversi con grazia ed eleganza, a servire da bere in modo raffinato, a conversare con intelligenza, a calibrare ogni minimo gesto per renderlo maggiormente elegante. La geisha studia la parte coinvolgendo tutto il suo essere : la modulazione del respiro, la silhouette, le acconciature, l'incedere.

La cerimonia della rotazione del collare (erikae) segna il cambiamento, l'evoluzione da maiko a geisha.
La sua estetica deve rappresentare al tempo stesso la fragilità della carne e la forza dello spirito: quando lavora controlla tutto il suo essere, in ogni gesto, parvenza, emozione; perfino la modulazione del respiro, ora leggero, lieve, ora vivo, affannoso, seppure impercettibile.  La sua voce deve avere un tono particolarissimo e raffinato, adattato perfettamente ad ogni scopo e circostanza deve poter variare la tonalita' raccogliendo una gamma che spazia da dalla malinconia al brio.


La sua figura deve essere sottile e slanciata, così come il suo volto affilato, le sue guance, dal colore pallido come "il fiore di ciliegio" o "glaciali " cosi' da ricordare l'autunno. 
Il trucco facciale e' particolare: polvere bianca di riso su tutto il viso, la bocca ridisegnata in modo da mostrare, col ritmo delle labbra, rilassatezza e tensione assieme.Gli occhi devono assumere un'espressione che evoca la dolcezza lasciando intravvedere opportunamente punte di civetteria. 
I suoi capelli, di color corvino, sono sempre raccolti, come a forma di nido. I capelli normalmente lisci e di colore nero lucente e profondo possono essere acconciati secondo un adeguato canone estetico (es . " a foglia di gingko", "shimada ", …). 

Deve calzare sandali con i piedi rigorosamente nudi , elemento fondamentale di seduzione, anche d'inverno, sovrastati da Kimono poco appariscenti , con colori delicati e intonati alla stagione.
Il colletto del kimono deve lasciare scoperta la nuca affinche' appaia la seduzione di una breve apertura sull'intimita' del corpo. Il " komata" e' una bella linea sottile sulla parte alta posteriore del collo che viene spesso truccata per rispecchiare la figura della zona genitale ; cio' significa per la geisha "l'aspirazione alla perfezione della bellezza erotica unita all'arte".


IL GIAPPONE DEI GOLOSI: SUSHI
Ancora oggi viene tramandata in Giappone l'arte della cucina ricca di eleganza e raffinatezza, una vera e propria disciplina in grado di abbinare gusto e colori sposando sapori e bellezza.
L'estetica assume un ruolo fondamentale: dalla disposizione dei cibi a quella delle stoviglie, per esempio ogni ciotola deve avere una collocazione precisa, i bastoncini devono essere presentati su un piccolo supporto, uniti e allineati, il vasellame deve essere adattato a seconda del contenuto.

Lo studio delle disposizione di taglio degli ingredienti sono molto complicate, i colori dei cibi devono sempre essere in armonia fra loro, e lo stesso vale per le stoviglie nelle quali le pietanze vengono servite. Hanaia Yonei è l’ideatore del nigirizushi; fu il primo a servire sul suo banco bocconcini di riso aromatizzati all’aceto con sopra fettine di pesce crudo. Da allora la vendita del sushi per strada diventò un uso diffuso.
Una cosa curiosa era la tenda bianca fissata alle bancarelle alla quale i clienti si pulivano le mani dopo aver consumato il sushi. Un sistema infallibile per individuare il miglior rivenditore era quello di guardare la tenda: più era sporca, più il posto era frequentato e quindi migliore il sushi che lì veniva servito.

  • Makizushi (sushi arrotolato). 巻き寿司. Una polpettina cilindrica formata con l'aiuto di un tappeto di bambù detto makisu.Generalmente è avvolto nel nori.
    • Futomaki (rotoli larghi). 太巻き. Sspesso fatta con due o tre ripieni scelti in modo da completarsi a vicenda in gusto e colore.
    • Hosomaki (rotoli sottili). 細巻き. Generalmente ha un solo tipo di ripieno.
    • Temaki (rotoli mano). 手巻き. Una polpetta a forma di cono, con il nori all'esterno e gli ingredienti che sporgono dall'estremità larga. Va mangiato tenendolo con le dita.
    • Uramaki (rotoli interno-esterno). 裏巻き. Differisce da altri maki perché il ripieno è al centro circondato da un foglio di nori, quindi uno strato di riso ed una guarnizione esterna di un altro ingrediente, come uova di pesce o semi di sesamo tostati.
  • Oshizushi (sushi pressato). 押し寿司. Un blocco formato usando una forma di legno detta oshibako. Il cuoco allinea il fondo dell'oshibako con la guarnizione, lo copre con riso sushi e preme il coperchio della forma per creare un blocco compatto e rettangolare. Il blocco viene rimosso dalla forma e tagliato in pezzi delle dimensioni di un boccone.
  • Nigirizushi (sushi modellato a mano). 握り寿司. Piccola polpettina fatta usando un makisu o oshibako.  E' un blocchetto di riso sushi con una punta di wasabi ed una fettina sottile di guarnizione avvolta sopra, possibilmente legata con una striscia sottile di nori.
  • Gunkanzushi (sushi nave da battaglia). 軍艦寿司. Un pugnetto di riso viene avvolto a mano in una striscia di nori, ma invece di avere un ripieno al suo interno, ha degli ingredienti, come uova di pesce, impilati sopra.
  • Inari / Inarizushi (sushi ripieno). 稲荷寿司. Una piccola tasca o cavità riempita con riso sushi e altri ingredienti. La tasca viene ricavata da un pezzo di tofu fritto (油揚げ o abura age), da una sottile frittata (帛紗寿司 o fukusazushi) o da delle foglie di cavolo (干瓢 o kanpyo).
  • Chirashizushi (sushi sparpagliato). 散らし寿司. Una ciotola di riso sushi con gli altri ingredienti mischiati. Detto anche barazushi. ばら寿司.
    • Edomae chirashizushi (Sushi sparpagliato allo stile di Edo). 江戸前散らし寿司. Gli ingredienti crudi sono miscelati con arte sopra al riso in una ciotola.
    • Gomokuzushi (sushi nello stile del Kansai). 五目寿司. Ingredienti cotti o crudi miscelati insieme al riso nella ciotola.
  • Narezushi (なれ鮨) una forma più antica di sushi. Si rimuovono gli organi interni e le squame dai pesci, quindi li si riempiono di sale, si mettono in un barile di legno, miscelati con sale e pressati con un pesante tsukemonoishi o una pietra. Vengono lasciati fermentare per un periodo da dieci giorni ad un mese, quindi rimossi e immersi in acqua per un tempo da quindici minuti ad un'ora. Infine vengono piazzati in un altro barile a strati con riso bollito freddo e pesce. Ancora una volta vengono sigillati con un'otosibuta e una pickling stone. Con il passare dei giorni l'acqua fermentata filtra all'esterno e viene rimossa. Dopo sei mesi questi narezushi sono pronti per essere mangiati, ma si possono attendere anche altri sei mesi o più.
  • Funazushi (鮒寿司) comporta la fermentazione lattica anaerobica di un pesce d'acqua dolce, funa (, carassius carassius). È famoso come piatto regionale della Prefettura di Shiga ed è considerato una "chinmi", una prelibatezza della cucina giapponese.
Kenzo_GarethPugh_Akris


MODA
yukata
geta
I geta (下駄, pron.ghetà) Vengono indossate con gli abiti tradizionali giapponesi, come gli yukata. Generalmente, vengono portati sia senza calzini che con appositi calzini chiamati tabi. La calzatura consta di una tavoletta legno grezzo, chiamata dai (台, supporto), con una stringa di tessuto chiamata hanao (鼻緒) che passa tra l’alluce e il secondo dito. I due tasselli sotto la suola vengono chiamati ha (歯, denti); anch’essi sono in legno, di solito di kiri (桐, paulownia), ed emettono un suono particolare a contatto col suolo, che è chiamato カランコロン o karankoron. Questo suono talvolta viene menzionato come uno dei suoni quotidiani che mancano di più ai giapponesi anziani nella vita moderna.
Il dai può variare molto: la forma può essere ovale (ritenuto più femminile) o rettangolare (ritenuto più virile), il colore può essere naturale, laccato o dipinto. Anche l’ha può variare, ad esempio, i tengu-geta hanno un tassello unico al centro della suola, mentre esiste un tipo poco comune di geta che ha tre tasselli. I tasselli non sono separati, ovvero l’intera scarpa, di solito, viene ottenuta lavorando un solo blocco di legno. 
L’hanao può essere più o meno largo, rigido e di vari tessuti. All’interno dell'hanao c’è una corda (tradizionalmente di canapa) che viene annodata in modo particolare nei tre fori del dai e talvolta può esserci un’imbottitura. L’hanao può essere cambiato se consumato e viene posto tra le prime due dita del piede e al centro della suola perché se non posizionato in quel punto, i geta, camminando, entrerebbero in collisione tra loro. 
Maiko con okobo 
OKOBO:(chiamate anche pokkuri e koppori), simili alle chopine in voga nella Venezia rinascimentale, sono indossati dalle apprendiste geisha, le maiko, e dalle ragazze molto giovani. A differenza dei geta, non hanno due tasselli sotto la suola, ma un tacco unico simile ad una zeppa scavato nella parte anteriore del piede, parte che quindi non poggia per terra normalmente. La stringa degli okobo è solitamente di colore rosso e non vengono portate con gli yukata ma con dei kimono molto formali.

  • Un tradizionale proverbio giapponese è: non sai fino a che non hai indossato i geta, che significa non puoi tirare le somme fino a quando il gioco non finisce.
  • Secondo la superstizione giapponese, rompere la stringa (l’hanao) di un geta porta sfortuna.
  • I lottatori professionisti giapponesi di sumo che fanno parte dei gradi più bassi della disciplina, devono indossare sempre uno yukata e i geta. Il suono dei geta sul suolo sono infatti una delle cose che i lottatori di sumo sperano di lasciarsi alle spalle quanto prima possibile.
  • Il sushi e sashimi viene servito in un ristorante tradizionale proprio su una “geta”..pulita e senza lacci
  • Non esiste la destra o la sinistra
  • Le prime edizioni delle Pocket Guide to China (le guide di informazioni essenziali sul posto in cui andavano/vanno i soldati), durante la Seconda Guerra Mondiale avevano una sezione su come individuare un giapponese: uno dei modi elencati era vedere se la persona portava scarpe con una stringa che separava le prime due dita e quindi se portava i geta o gli zōri.
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Memoirs of a Geisha FILM  based on the same name novel by Arthur Golden, published in 1997. The novel, told in first person perspective, tells the fictional story of a geisha working in Kyoto, Japan, before and after World War II.

PRODUCED by Steven Spielberg's Amblin Entertainment andSpyglass Entertainment and by Douglas Wick's Red Wagon Productions
DIRECTED by Rob Marshal
STARS Zhang Ziyi, Ken Watanabe, Gong Li, Michelle Yeoh, Youki Kudoh, and Suzuka Ohgo 
SOUNDTRACK Album Memoirs of a Geisha by John Williams, Sony Classical, 2005



 ARCHITECTURE&DESIGN
Designed by Kazuya Morita Architecture Studio, distorted pentagonal structure is located in Tsushima City, a small village in the vicinity of Nagoya, Japan


Here are Modern Minimalist Apartement Interior Ideas by Origami Art. This apartment interior was built exactly like the folds of the paper.
http://www.queendecorate.com/1058/modern-minimalist-apartement-interior-ideas-by-origami-art/

ORIGAMI'S ART

In origami, la forma base della gru, o tsuru, viene usata come partenza per la realizzazione di molte figure. Appese sul soffitto come distrazione per i bambini, le gru rappresentavano vere e proprie offerte ai templi ed altari. Realizzata per augurare ogni bene agli ammalati ed a chi deve affrontare una dura prova, la gru la si può piegare per se stessi, per gli altrio per offrirla agli dei, nella speranza di veder esaudite le proprie preghiere in questo caso, occorre piegarne mille e legarle insieme, per poi portarle al tempio della divinità cui si è chiesto aiuto. Narra un'antica leggenda giapponese che la gru possa vivere 1000 anni: regalare una gru significa quindi augurare 1000 anni di vita. Un'offerta di mille gru rafforza ulteriormente il concetto. Piegare le mille gru è segno di un sincero interesse per il destinatario, perchè occorre bravura, tempo e dedizione per piegarle tutte. Regalare mille gru ancora oggi significa: "ho pensato a te per tutto questo tempo, sei importante". 



http://www.origamijewellery.com/

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